Da quando, a ventidue anni, ha cominciato a scrivere e a studiare architettura, Paolo Portoghesi, nato a Roma nel 1931, combatte a tutto campo contro l’amnesia che ha dato alla modernità l’illusione di aver azzerato la storia e che rischia, a suo parere, di portarla oggi verso il naufragio nell’irrazionalismo.
Figura anomala, che unisce al talento dello storico e del critico quello dell’architetto creatore, si è scontrato con molti dei protagonisti della cultura architettonica italiana, da Zevi a Benevolo, a Tafuri, sostenendo la necessità di ridare spazio alla tradizione intesa come stimolo all’innovazione nella continuità.
«Il metodo storico di Portoghesi», ha scritto Argan, «non consiste nella operazione relativamente facile di trovare Palladio in Aalto o Borromini in Wright, ma nella operazione inversa e più difficile di trovare Aalto in Palladio e Wright in Borromini; ergo nel dimostrare che, dati Palladio e Borromini, non possono non esserci Aalto e Wright e quello che viene dopo fino all’impegno morale, personale dello storico. Si entra così in un ordine di necessità, lo stesso per cui lo storico non può non essere un politico: la poetica non è la premessa, ma la necessità etica dell’impegno sul piano operativo dell’arte.»
La carriera accademica di Paolo Portoghesi comincia nel 1962 con l’incarico di professore di Letteratura Italiana presso la facoltà di architettura dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove si era laureato nel 1957. Dal 1967 al 1977 insegna nella facoltà di architettura del Politecnico di Milano, di cui è preside dal 1968 al 1976. Dal 1995 è professore di Progettazione presso “La Sapienza”.
Le principali architetture di Portoghesi sono la casa Baldi nel 1959, la chiesa della Sacra Famiglia a Salerno, le biblioteche civiche di Avezzano, Sulmona e Abano Terme, l’accademia di Belle Arti de L’Aquila, i complessi residenziali ENEL a Tarquinia, “Borsalino” ad Alessandria e altri nella Repubblica di San Marino e Roma; i complessi residenziali, commerciali e direzionali a Bologna e Abano Terme, il complesso di piazza civica, giardino e piscina a Poggioreale in Sicilia e la piazza intitolata a Leon Battista Alberti a Rimini (altre piazza sono quelle di Ascea, Castelgandolfo e Fondi; è anche l’autore del restauro della piazza del Teatro alla Scala a Milano); il salone nello stabilimento termale “Il Tettuccio” a Montecatini, la scuola albergo a Vieste nel Gargano (altre scuole sono ad Asti, Roma e Abano Terme; l’ultima realizzata è una scuola di post-dottorato nel “Podere Camporlecchio”, una villa toscana restaurata); la sede dell’Associazione Industriali di Avellino, le terme del Centino a Nocera Umbra, l’Istituto di Studi Filosofici ad Ascea e l’hotel Meridien – ex Savoia -a Rimini, la valorizzazione e recupero funzionale degli edifici storici dell’ospedale San Giovanni a Roma (nell’ambito delle opere per il Giubileo), il teatro lirico “Nuovo Politeama” a Catanzaro. Alla fine del 2006 è stato inaugurato il “quartiere latino” di Treviso, restauro dell’area dimessa “ex Ospedale Santa Maria dei Battuti”, come sede dell’Università di Treviso e quartiere residenziale.
La sua opera più nota è la moschea con annesso Centro Islamico Culturale a Roma; nel 2000 ha vinto il concorso internazionale per la Moschea Grande di Strasburgo (in costruzione) e, nello stesso tempo, ha realizzato la chiesa della Madonna della Pace a Terni, inaugurata nel dicembre 2003 e vinto il concorso per una nuova chiesa a Castellaneta (TA) (in costruzione, come la nuova chiesa parrocchiale di Calcata (VT)).
Numerose le opere costruite da Portoghesi all’estero, come la piscina coperta di Marbella (E), la residenza a Berlino Tegel nell’ambito dell’Internationale Bauaustellung, il giardino di Montpellier (F), il Grand Hotel di Khartoum nel 1963, il fast-food “Primavera” a Mosca e l’Exerzierplatz di Pirmasens (D). Ha vinto inoltre il concorso per la nuova sede del Copyright Center Institute nel St. Peter’s College di Oxford (UK). Tra i progetti esteri va ricordata la Corte Reale giordana ad Amman, il restauro della ambasciata italiana a Berlino, la sede per il parlamento centroamericano ad Esquipulas in Guatemala e la “Torre del Respiro” a Shanghai.
Nel 1979 viene eletto direttore del settore Architettura della Biennale di Venezia. Nello stesso anno dà incarico ad Aldo Rossi di costruire il Teatro del Mondo su un natante ormeggiato nel bacino di San Marco, che veleggerà poi fino a Dubrovnik. Nel 1980 costruisce insieme a diciannove architetti tra i più famosi nel mondo (tra cui Robert Venturi, Charles Moore, Hans Hollein, Frank Gehry, Ricardo Bofill, Robert Stern, Franco Purini, Oswald Mathias Ungers e Paul Kleihus) la Via Novissima, una strada provvisoria che, dopo essere stata trasferita a Parigi, nella rotonda della Salpetriére, attraverserà l’oceano e sarà rimontata a San Francisco negli Stati Uniti. Dal 1983 al 1993 è stato presidente della Biennale di Venezia, mandato concluso con una mostra su Lo Spazio Sacro nelle tre religioni monoteiste, inaugurata a Venezia nell’autunno 1993 e trasferita poi a Monaco, Londra e Berlino.
Ha ricevuto il premio IN/Arch per la Critica Storica nel 1963, è membro dell’Accademia di San Luca dal 1966, della Accademia Ligustica di Genova dal 1977, della Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze del 1978, membro onorario dell’Accademia di Brera dal 1990, membro straniero della Accademia russa di Architettura e Scienza delle Costruzioni dal 1996, accademico dei Lincei dal 2000, membro onorario dell’American Institute of Architects e Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana dal 2002; ha ricevuto la laurea honoris causa di docteur en Sciences Techniques da l’Ecole Politechnique Fédèrale di Losanna (CH) nel 1984, e il Diplôme de Docteur honoris causa dell’Université de Genève (CH) nel 2004, la Legion d’Honneur (F) nel 1985, è Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres (F) dal 1988; ha ricevuto la medaglia d’oro dei Cultori di Roma conferita dell’Istituto degli Studi Romani nel 1994, il premio Universum nel 2000, la classe Sole dell’ordine di “Galileo Galilei”, dal Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, a Roma nel 2004 e, sempre a Roma, il premio Campidoglio per la cultura nel 2005, il premio Roma e il premio De Sica del Quirinale nel 2006. Dal 1998 è vice presidente della Green Cross Italia.
Ha diretto il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica (1968) e le riviste di architettura «Controspazio» (1969/83), «Eupalino» (1985/90), «Materia» (dal 1990) e «Abitare la Terra» (dal 2001).
È autore di numerose pubblicazioni, in particolare sulla architettura rinascimentale e barocca, sul Liberty e sulle problematiche dell’architettura contemporanea, tra cui:
–Guarino Guarini, 1956
–Borromini nella cultura europea, 1964
–Michelangelo architetto, 1964 (con B. Zevi)
–Bernardo Vittone, 1966
–Roma Barocca, 1966 (giunto nel 1998 all’11ª edizione)
–Borromini, architettura come linguaggio, 1967 (5ª ed. nel 1990, tradotto in inglese, francese e tedesco)
–Victor Horta, 1969 (con F. Borsi)
–Roma del Rinascimento, 1970
–Le inibizioni dell’architettura moderna, 1974
–Album del Liberty, 1975 (con G. Massobrio)
–La seggiola di Vienna, 1975 (con G. Massobrio)
–Dopo l’architettura moderna, 1980 (11ª ed., tradotto in inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese)
–Leggere l’architettura, 1981
–L’angelo della storia, 1982 (tradotto in spagnolo)
–Postmodern: l’architettura nella società post-industriale, 1982 (tradotto in inglese e francese)
–I nuovi architetti italiani, 1985
–L’immaginario architettonico nella pittura, 1988 (con G. Massobrio)
–I grandi architetti del Novecento, 1998
–Architettura e natura, 1999 (tradotto in inglese)
–La storia di San Carlo alle Quattro Fontane (2001)
–Geoarchitettura (2005)
–Natura e architettura (2006)
–Abitare la terra (2006)
–Architettura e memoria (2006).
La sua attività di critico e storico è stata l’argomento di un saggio pubblicato da G.C. Argan in: Il Punto su Paolo Portoghesi, 1993.
Alla sua opera di architetto e di teorico, oltre a numerose mostre in Europa, America e Australia, sono dedicati i seguenti studi:
-C. Norberg-Schulz, Alla ricerca dell’architettura perduta, Roma, 1975
-«A+U», numero monografico, Tokyo, maggio 1977
-G. C. Priori, Simpatia delle cose, Roma, 1982
-G. C. Priori, Paolo Portoghesi, Roma, 1985
-M. Pisani, Dialogo con Paolo Portoghesi, Roma, 1989
-M. Pisani (a cura di), Paolo Portoghesi, la piazza come “luogo degli sguardi”, Roma, 1990
-A.A. Ganimeh, Paolo Portoghesi (in arabo), Amman, 1991
-M. Pisani, Paolo Portoghesi, Milano, 1992
-S. Tuzi (a cura di), Natura e Architettura, Milano, 1993
-AA.VV., La moschea di Roma, Palermo, 1994
-P. Bernitsa, Arte e Natura, Roma, 1998
-C. Di Stefano, D. Scatena, Paolo Portoghesi designer, Roma, 1999
-C. Di Stefano, D. Scatena, Paolo Portoghesi architetto, Roma, 2000
-«The World Architecture Magazine», numero monografico, Pechino, 2000
-G. Massobrio e altri, Paolo Portoghesi architetto, Milano, 2001
-M. Ercadi (a cura di), Paolo Portoghesi. Disegni 1949-2003, Milano, 2003
-P. Bernitsa, M. Ercadi (a cura di), Paolo Portoghesi, Milano, 2006.
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